domenica 8 febbraio 2009

Del superamento dei limiti

I limiti. La Costituzione, la coscienza, il buonsenso. Ogni persona ha dei limiti. Ma in questo momento sono stati oltrepassati tutti, avendo il Governo assunto come fine del proprio agire l'interesse. Per carità, l'interesse è il concetto che muove le politiche di tutti i Paesi; l'interesse, nel suo senso più ampio, è lo scopo a cui sono preposte le istituzioni.
Il problema che si configura in Italia è che la maggioranza parlamentare ed il Governo, teorici portatori degli interessi dei cittadini che li hanno eletti e legittimati, si sono progressivamente, volgarmente e violentemente trasformati (o forse si sono semplicemente rivelati) in portatori di interessi avulsi da quello stesso elettorato che rappresenta la loro base e fonte di potere.
Oggi il Governo appare sprovvisto di una prospettiva, più preoccupato a sistemare le faccende "personali" che a curare le esigenze di quella parte di Paese a cui fa riferimento.
Le "persone" di cui sopra, o più opportunamente, i referenti del Governo sono, per quel che ho potuto capire, almeno tre: Berlusconi (e quando mai), la Lega e la Chiesa. Ai tre soggetti corrispondono tre azioni del Governo che minano la democrazia nelle sue basi.

Berlusconi: il Presidente del Consiglio, dal momento della sua discesa in politica nel 1994, è stato e continua ad essere coinvolto in procedimenti penali, spesso come imputato. Piuttosto che partecipare regolarmente come qualunque cittadino (sicuro della propria innocenza) preferisce eliminare i problemi alla radice, manipolando istituti processuali, come la prescrizione, a proprio vantaggio. In questo mandato è stato varato il c.d. Lodo Alfano che viola il principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione: impensabile, in una democrazia, che certi cittadini non possano essere sottoposti a procedimento penale e che possano sottrarsi all'applicazione della legge penale. Impensabile. Inoltre il depotenziamento (per non dire annullamento) della magistratura prosegue con l'imminente riforma della giustizia, dalle intercettazioni ai poteri dei pm.

La Lega: il partito di governo che meglio esprime la volgarità, il razzismo e l'intolleranza degli italiani. Dal punto di vista di Berlusconi (che, non dimentichiamolo, è improntato al freddo calcolo dei costi-benefici derivanti da un'alleanza parlamentare) un utile alleato con cui scambiare voti in vista delle riforme.
L'equazione è semplice: la Lega aiuta Berlusconi a sbarazzarsi della magistratura e Berlusconi aiuta la Lega a sbarazzarsi degli immigrati e dei meridionali. Sono già a metà dell'opera se non di più: il federalismo fiscale è potenzialmente idoneo a dare il colpo di grazia al Sud Italia, e, se gli immigrati sono ancora presenti sul territorio, sono scomparsi i loro diritti. Si verifica così, ancora una volta, una rottura di stampo medievale con i principi di democrazia, convivenza, integrazione. Se la mettiamo sul piano giuridico, appare che a degli esseri umani viene riservato un trattamento ingiustificatamente più rigido ai cittadini italiani. Aberrante.

La Chiesa: l'arroganza del Vaticano, che pretende di estendere i propri precetti all'ordinamento giuridico italiano, contaminando di fatto uno Stato laico, non sarebbe niente se non trovasse un'utile sponda nel Governo e nella maggioranza (ma non solo) parlamentare.
L'ostinazione del Governo, espressa attraverso un decreto legge censurabile per almeno due motivi, è peggio del peggiore accanimento terapeutico.
Il decreto legge è censurabile perchè:
- in senso formale, non presenta affatto i requisiti di necessità ed urgenza richiesti perchè è intervenuta una sentenza definitva;
- in senso sostanziale, il contenuto va contro quella stessa sentenza che autorizza la sospensione del trattamento; in questo senso occorre una sintetica precisazione: la magistratura deve risolvere casi individuali e concreti; dunque il legislatore DEVE regolamentare una materia in termini generali ed astratti, anche in modo difforme dalle precedenti decisioni giurisprudenziali. Ma questo, a mio parere, vale con riguardo a problemi futuri ed astratti, non in relazione a casi attuali come quello di Eluana. In questo senso si è verificata una contrapposizione tra potere esecutivo e potere giudiziario, aggravata dalla minaccia di Berlusconi di cambiare la Costituzione dopo il rifiuto del Presidente della Repubblica di firmare il decreto legge.
Insomma, dopo il superamento dei limiti c'è il delirio prepotente (pochi minuti fa ho letto che Berlusconi ha insultato la Costituzione) di un Governo auto-referenziale che non guarda in faccia nessuno e manipola i diritti delle persone (e conseguentemente i diritti cardine della democrazia) con una facilità e una superficialità quasi spiazzanti, di fronte ad un popolo sempre più stretto tra imbarbarimento e impotenza.

Non è la fine: ci sono persone che sono sempre meno disposte a subire gli oltraggi derivanti da un Governo irresponsabile ed irragionevole. I limiti, come ho scritto all'inizio, non sono solo quelli giuridici, il cui oltrepassamento è relativamente facile da sopportare, soprattutto per chi non ha a che fare con il diritto tutti i giorni; ci sono anche i limiti soggettivi dell'etica, del buonsenso, della coscienza, della morale, della ragionevolezza che possono contribuire a creare (a ricreare) un orizzonte di valori comune, per reagire alla pericolosa deriva autoritaria che stiamo vivendo e ricostruire un elettorato maturo e consapevole.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Guarda, l'articolo è bello, ma per qello che sta succedendo per adesso, è anche troppo moderato.
Questi al governo sono dei pazzi furisi, per non utilizzare termini volgari, che non si confanno al mio carattere.
La chiesa è un organismo a dir poco medievale, con regole medievali e con logiche medievali.
E soprattuo il PD è un partito che dire imbecille è un eufemismo: senza una men che minima idea comune su casi come questi; cioè se un partito non ha una idea comune su: immigrazione, diritti civili e del malato, Palestina-Israele, che partito è?
Counque, lottare, lottare, lottare per non finire come la Germania anni '30, di cui la Lega è un ottimo discendente.

Hombra ha detto...

Beh, è un articolo con cui ho cercato di capire cosa sta succedendo a livello generale, e per motivi di spazio ho dovuto toccare molti temi superficialmente senza scendere nei particolari. Nella forma sono mancate volgarità ed esagerazioni, ma credo di non aver risparmiato critiche. In ogni caso, visto l'andazzo generale, temo che non mancheranno occasioni per ritornare sui temi trattati nel post.

Anonimo ha detto...

Sulle volgarità sono pienamente d'accordo. Sulle esagerazioni un po' meno.
Scelte esagerate richiedono critiche esagerate.
In ogni caso, qui nei commenti, sarebbe bello toccare l'argomento: fino a dove un blog può arrivare a muovere gli animi? non sarebbe meglio lavorare a contatto con la gente "reale e concreta"?
E se il mondo globale ha sostituito la piazza e le città, è davvero questo è veramente positivo?
Comunque so che l'interlocutore è intelligente e potrebbe essere un bel dibattito, ma non vorrei sforare mettendo troppa carne sul fuoco, togliendoci di vista il vero primario problema: questo governo

Hombra ha detto...

Purtroppo questo governo ce lo dovremo tenere per qualche altro anno quindi possiamo dedicare del tempo a discutere sul significato di un blog.
E' innegabile che Internet rappresenti uno strumento estremamente comodo per diffondere idee, opinioni e quant'altro. Il contatto "reale" con la gente gioca ancora un ruolo, ma proprio il blog rappresenta uno strumento che può promuovere il contatto tra le persone, o quantomeno che può contribuire in modo rilevante ad organizzare eventi di massa o semplici incontri tra poche persone. Per esempio: sabato pomeriggio ho partecipato a un sit-in in Piazza Nettuno, evento quasi del tutto organizzato attraverso Facebook e nel giro di un paio di giorni; anni fa per organizzare una cosa del genere ci si sarebbe dovuti mobilitare almeno una settimana prima se non di più.
In conclusione io vedo il contatto tra la gente per confrontarsi come un fine, e i blog e i siti "di opinione" come un mezzo che abbia lo scopo di promuovere tale contatto ma anche di porre in essere discussioni che altrimenti, per motivi geografici, di tempo ecc. ecc. non potrebbero esserci.
La piazza conserva ancora una sua efficacia (e, perchè no, un suo fascino), ma è un'efficacia funzionale alla visibilità che le daranno i mezzi di informazione per smuovere l'opinione pubblica. Per quanto mi riguarda, è una bella sensazione quella che provo quando mi trovo ad una manifestazione gremita di gente che la pensa come me ed è scesa in piazza per lottare per le stesse idee in cui credo.
Infine sull'articolo che ho scritto non posso fare altro che ripetere quello che ho già scritto nel commento precedente: non credo di essermi risparmiato, ogni ulteriore elemento sarebbe stato un'esagerazione e forse superfluo.